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“Block-Notes di un Regista” è un documentario girato da Fellini nel 1969 e
commissionato dalla NBC. Pensato quindi per il pubblico della
televisione americana, il “finto” documentario è una sorta di
“semihumourous introduction” (come lo definì lo stesso regista)
al cinema dell'autore. Progetti passati, presenti e futuri vengono
passati in rassegna da Fellini e la sua troupe mentre si aggirano sul
set prediletto del cineasta riminese: Roma, la sua seconda città
natale. La pretesa documentarista crolla immediatamente e lo sguardo
sul reale della mdp si fonde con la visione di Fellini. Gli individui
incontrati diventano i suoi attori, tra le persone ed i personaggi
non c'è più nessuna separazione. Il cinema prende la vita ed
annulla il tempo. La Roma di Fellini, è la città eterna.
Il surrealismo
dell'incedere onirico, dove le prostitute divengono matrone e i
camionisti dei gladiatori, è l'atto finale a cui da sempre punta il
cinema di Fellini. “We are making a trip in time
rather than in space”, suggerisce il
regista durante un visionario viaggio in metro. Con la massima
naturalezza, non c'è nessun inganno, Fellini regala il suo
personalissimo sguardo, stavolta senza la mediazione del film tra lui
e il pubblico. È il cinema a dichiararsi incapace di essere onesto,
ma non c'è nessuna malizia dietro questa inadeguatezza: il
filtro/cinema non è una prospettiva artificiale, è l'unico occhio
possibile con il quale Fellini si affaccia alla realtà.
Nella
sua spensieratezza, il documentario risulta molto utile per avere
qualche informazione sul progetto mai concluso di Fellini, ovvero “Il
Viaggio di G. Mastorna”, che fu definito da Vincenzo Mollica, "il
film non realizzato più famoso della storia del cinema".
Inoltre, essendo commissionato da un'emittente anglofona, il film è
parlato in inglese dagli stessi protagonisti senza essere stato
ridoppiato (è presente una versione in italiano ma è tagliata
rispetto all'originale). Il risultato finale, seppure i dialoghi
strappino più di un sorriso per l'ingenuità dell'inglese parlato, è
di una sincerità disarmante. Fellini, per molti campione del barocco
e dell'artificioso, non ha paura di mettersi a nudo: dentro di lui,
nient'altro che il cinema.
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