domenica 9 febbraio 2014

Block-Notes di un Regista [Fellini Checklist 14/24]

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“Block-Notes di un Regista” è un documentario girato da Fellini nel 1969 e commissionato dalla NBC. Pensato quindi per il pubblico della televisione americana, il “finto” documentario è una sorta di “semihumourous introduction” (come lo definì lo stesso regista) al cinema dell'autore. Progetti passati, presenti e futuri vengono passati in rassegna da Fellini e la sua troupe mentre si aggirano sul set prediletto del cineasta riminese: Roma, la sua seconda città natale. La pretesa documentarista crolla immediatamente e lo sguardo sul reale della mdp si fonde con la visione di Fellini. Gli individui incontrati diventano i suoi attori, tra le persone ed i personaggi non c'è più nessuna separazione. Il cinema prende la vita ed annulla il tempo. La Roma di Fellini, è la città eterna.







Il surrealismo dell'incedere onirico, dove le prostitute divengono matrone e i camionisti dei gladiatori, è l'atto finale a cui da sempre punta il cinema di Fellini. “We are making a trip in time rather than in space”, suggerisce il regista durante un visionario viaggio in metro. Con la massima naturalezza, non c'è nessun inganno, Fellini regala il suo personalissimo sguardo, stavolta senza la mediazione del film tra lui e il pubblico. È il cinema a dichiararsi incapace di essere onesto, ma non c'è nessuna malizia dietro questa inadeguatezza: il filtro/cinema non è una prospettiva artificiale, è l'unico occhio possibile con il quale Fellini si affaccia alla realtà.







Nella sua spensieratezza, il documentario risulta molto utile per avere qualche informazione sul progetto mai concluso di Fellini, ovvero “Il Viaggio di G. Mastorna”, che fu definito da Vincenzo Mollica, "il film non realizzato più famoso della storia del cinema". Inoltre, essendo commissionato da un'emittente anglofona, il film è parlato in inglese dagli stessi protagonisti senza essere stato ridoppiato (è presente una versione in italiano ma è tagliata rispetto all'originale). Il risultato finale, seppure i dialoghi strappino più di un sorriso per l'ingenuità dell'inglese parlato, è di una sincerità disarmante. Fellini, per molti campione del barocco e dell'artificioso, non ha paura di mettersi a nudo: dentro di lui, nient'altro che il cinema.




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